Oggi, 2 giugno, celebriamo una giornata di straordinaria importanza per il nostro Paese: la Festa della Repubblica.
In questa data, nel 1946, il popolo italiano prese una decisione storica, scegliendo la repubblica come forma di governo e tracciando una nuova rotta verso la democrazia, la libertà e l’uguaglianza.
Questa ricorrenza non è solo una celebrazione della nostra storia, ma anche un’occasione per riflettere sui valori fondanti della nostra Repubblica, mai come oggi messi in pericolo dall’onda d’urto della peggior destra.
Libertà, giustizia e solidarietà sono i pilastri su cui si regge il nostro Stato, valori che dobbiamo continuare a custodire e promuovere ogni giorno con le nostre azioni e le nostre scelte.
Il 2 giugno è anche un momento per onorare tutti coloro che, con coraggio e sacrificio, hanno lottato per la libertà e la democrazia.
I nostri padri e le nostre madri costituenti hanno lavorato con impegno e determinazione per costruire un’Italia nuova, più giusta e più unita.
A loro va il nostro più sentito ringraziamento.
In questi tempi complessi e difficili, la nostra Repubblica ci ricorda l’importanza della coesione sociale e della partecipazione civica. Solo attraverso l’impegno di tutti possiamo affrontare le sfide presenti e future, costruendo una società più inclusiva e solidale.
Il nostro impegno deve essere rivolto soprattutto ai giovani, che rappresentano il nostro futuro.
Ma siamo qua oggi anche per onorare e celebrare questo Sacrario e i Martiri Partigiani qui Caduti.
Il Sacrario dei Caduti di Sabbiuno è un importante luogo di memoria.
Eretto per commemorare le vittime dell’eccidio di Sabbiuno, avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, questo sito è un simbolo del sacrificio e della lotta per la libertà.
Durante l’inverno del 1944, in piena Seconda Guerra Mondiale, l’area di Sabbiuno fu teatro di un terribile eccidio.
Tra il 14 e il 23 dicembre, i partigiani catturati dalle truppe nazifasciste furono condotti dalle carceri di Bologna sui colli di Sabbiuno e qui furono brutalmente assassinati.
Le vittime, molte delle quali giovani, furono giustiziate fucilate e gettate nelle scarpate.
Questo eccidio rappresenta uno degli episodi più cruenti della Resistenza italiana nella regione emiliana.
Il Sacrario di Sabbiuno è stato costruito per ricordare le vittime di questo eccidio e per mantenere viva la memoria del loro sacrificio.
Non è solo un luogo di commemorazione, ma anche un potente monito contro la violenza e la tirannia.
Ogni anno, cerimonie commemorative vengono organizzate per ricordare l’eccidio e per ribadire l’importanza dei valori di libertà e democrazia per cui i partigiani hanno combattuto e dato la vita.
Il Sacrario di Sabbiuno rappresenta un punto cruciale nella memoria collettiva italiana, un luogo dove il passato viene onorato e le lezioni della storia sono trasmesse alle future generazioni.
La sua esistenza ci ricorda l’importanza della lotta per la libertà e la dignità umana, valori che devono essere difesi e promossi ancora oggi, Soprattutto oggi.
E siamo quindi qui oggi, con orgoglio e speranza, consapevoli delle nostre radici e dei nostri valori, guardando al futuro, nonostante tutto, con fiducia e determinazione.
Viva la Repubblica
Viva la Resistenza
Viva l’Italia!
Care cittadine cari cittadini noi ci ritroviamo qui , come ogni anno, e celebrare il 25 Aprile la data che rappresenta e riguarda l’atto di nascita dei nostri valori fondanti, la Costituzione, la Democrazia le Regole del nostro vivere civile, consapevoli di non essere soli perché la forza delle donne e degli uomini che lottarono per liberarci dal nazifascismo è dentro di noi.
Da sempre sosteniamo che la forza dell’ANPI sta soprattutto nell’amore per la libertà, contro l’ingiustizia per l’ uguaglianza dei diritti e della legalità.
A chi vuole cambiare il significato del 25 aprile perché si chiede cosa serva oggi coltivare la memoria visto che fascismo e antifascismo sono concetti obsoleti, noi Anpi diciamo che il fascismo non è morto. Anche perché variano le modalità con cui si manifesta, cercando di imporre un pensiero unico senza alternative, usando la censura se qualcosa si discosta dal pensiero conforme.
Ciò che sta accadendo in Italia negli ultimi tempi, vedi gli episodi di censura inquietante contro, giornalisti, intellettuali e scrittori è la dimostrazione che ci siamo dentro nonostante ci sia chi lo nega.
E sono trascorsi 79 anni da quella data ma purtroppo ci rendiamo conto che gli ultimi anni li stiamo trascorrendo cercando di difendere con le unghie e con i denti le nostre certezze, quelle che hanno scandito il nostro vivere collettivo come il diritto alla salute, il diritto alla sicurezza sul lavoro, il diritto ad un salario equo, il diritto alla Pace e cioè il diritto di vivere in un paese in cui la ricerca di un’eguaglianza possibile non sia un pensiero colpevole, ma un bisogno primario.
Fu l’amore per la libertà e per la giustizia, non l’odio , a spingere uomini e donne a scegliere di andare in montagna rischiando la propria vita, perché chi si è battuto per la libertà aveva a cuore quel bene prezioso che ha preso forma nella Costituzione repubblicana. Non ci sarebbe la Repubblica e le sue regole senza il 25 aprile e la lotta di liberazione dal nazifascismo.
Noi siamo una Repubblica Democratica e Antifascista perché nasciamo dalla lotta di liberazione dal nazifascismo, concetto che dovrebbe essere chiaro a tutti.
C’è un vento che soffia attraverso le nostre colline qui a Pianoro, la Cassino del Nord, medaglia d’oro al valore civile distrutta al 98% . Questo vento ci dà la consapevolezza di vivere in uno dei luoghi più memorabili della storia d’Italia dove si scatenò una delle peggiori battaglie della seconda guerra mondiale, e questo vento appunto soffia da quei cippi ,che tutti gli anni onoriamo, ed è in verità l’unico punto di riferimento per molti di noi.
E quel vento ci spinge alla ricerca di un futuro possibile e cambia punti di vista, rovescia le vecchie categorie di pensiero ma in realtà le riposiziona nel loro senso originale , quello della ricerca dell’uguaglianza possibile, della libertà dal conformismo del potere dominante, del pluralismo dell’informazione , della ricerca assoluta di Pace, della difesa della Democrazia così come la conosciamo, che è stata una conquista faticosa, sempre provvisoria e insediata dalla ottusità di un potere che non sa o non vuole riconoscere queste ragioni.
Quel vento è una dimensione che ci appartiene e ci coinvolge tutti ogni volta che incontriamo l’ingiustizia o la sopraffazione e noi che abbiamo raccolto quel testimone vorremmo trasmetterlo alle nuove generazioni per regalare loro quelle speranze e quelle certezze.
Non possiamo permettere che la paura , l’indifferenza , il menefreghismo o peggio ancora l’opportunismo servile, la politica che è solo far carriera, diventino i sentimenti fondamentali e diffusi tra i più , perché tutto ciò assomiglia in modo inquietante agli anni che videro la nascita e lo sviluppo del Fascismo in Italia. Non possiamo , lo dobbiamo ai nostri figli, ai nostri nipoti!
Scriveva Calamandrei uno dei nostri padri Costituenti….” La Resistenza fu vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza, questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza. Questo fu l’inizio della Resistenza”.
Sempre Calamandrei : “ l’8 settembre quando iniziò spontaneo e non ordinato da qualcuno questo accorrere di uomini liberi verso la montagna, avvenne qualcosa di misterioso che a ripensarlo oggi sembra un miracolo di cui si stenta a ritrovare una spiegazione possibile.
Nessuno aveva ordinato l’adunata: questi uomini accorsero da tutte le parti e si cercarono e si adunarono da se…”
E l’impegno dell’Anpi è appunto trasmettere quei concetti, quei valori fondanti che ci sono stati consegnati 80 anni fa dai nostri partigiani resistenti per riconquistare i diritti che erano stati violati per oltre 20 anni da un fascismo che ci aveva soppresso tutto, sottraendoci ogni forma di libertà e di diritto civile.
Furono molti i ragazzi e le ragazze di Pianoro che scelsero di combattere e morire per la libertà e la democrazia. Lo ricordava l’altro giorno Paolo Corazza, nostro iscritto all’Anpi di Pianoro, nel presentare l’opuscolo redatto da lui ” Partigiani Pianoresi nella Stella Rossa” in occasione della presentazione presso il Museo di Arti e Mestieri del romanzo partigiano “ Stella Rossa” dello scrittore pianorese Claudio Bolognini.
E noi li ricordiamo perché calpestiamo la loro stessa terra, respiriamo la loro stessa aria, amiamo le stesse colline, perché siamo questa terra e il suo vivere civile.
Lo sto ripetendo ogniqualvolta intervengo per conto dell’Anpi ,quasi a volerlo scolpire nelle menti di ciascuno di noi, perché non possiamo perdere la Memoria di chi è andato in montagna non per odio ma per dignità e per amore della libertà, contro ogni forma di oppressione e di violenza.
Ora più che mai dobbiamo avere in corpo quello spirito antifascista che spinse i nostri padri a lottare tutti insieme, uguali ma diversi, a combattere per la libertà, la giustizia e la Pace.
Ora più che mai che i venti di guerra soffiano ancora più forti, insinuandosi tra le nostre certezze, ora più che mai che i massacri sui civili inermi continuano incessantemente , e penso a Gaza alle migliaia di bambini morti, ai bombardamenti degli ospedali, penso alla guerra in Ucraina che non trova fine , il nostro sforzo deve essere finalizzato alla richiesta pressante e continua di PACE, di DIALOGO, di NEGOZIATO, di VOLONTA’ DIPLOMATICA, di TRATTATIVE.
Non possiamo permettere che la parola “GUERRA” entri nel vocabolario comune delle nostre vite, dei nostri figli, dei nostri nipoti.
Ora più che mai è fondamentale difendere la nostra Carta da qualsivoglia modifica che il cosiddetto governo di destra cerca di imporci, perché la Nostra Costituzione è nata per dare voce ai diritti e alle regole che essa sancisce. Questo ci hanno lasciato i nostri padri e le nostre madri costituenti.
E voglio ricordare che molte furono donne che lasciarono le loro case e si unirono alla lotta partigiana dopo l’otto settembre.. Ma non fu solo quella della lotta armata, combattuta tra i boschi e le montagne, ma anche quella fatta di gesti meno eclatanti, ma altrettanto importanti, ai quali le donne, nascoste proprio dietro la loro condizione femminile, poterono dedicarsi sommessamente.
E questo nostro essere così sommesse ha fatto ritenere ai più che il nostro ruolo nella lotta partigiana di allora fosse marginale.
Questo fu un errore, perché senza le donne sarebbe stato veramente difficile vincere e riportare l’Italia alla democrazia e alla libertà.
Al contrario l’apporto delle donne fu decisivo sin dai primi momenti della lotta partigiana arrivando fino agli ultimi giorni dell’aprile 1945, con la completa liberazione del Paese. Non è mai stato possibile citare cifre che descrivano esattamente quante donne aderirono e si sacrificarono per la Resistenza perché molte di loro, appena conclusa la lotta, ritornarono in pieno alla loro vita familiare e di lavoro, scegliendo l’anonimato. Secondo le statistiche ufficiali, le cosiddette ‘partigiane combattenti’ furono circa 35 mila, mentre nella sola provincia di Bologna ben 128 partigiane sono morte per regalarci un mondo migliore.
E voglio ricordare che solo 78 anni fa grazie alla lotta delle nostre madri e dei nostri padri ci siamo conquistate il diritto al voto. Era il marzo 1946 e alle Amministrative le donne risposero in massa
con l’affluenza che superò l’89%.
Senza quelle donne sarebbe stato veramente difficile vincere .
Inoltre, la Resistenza fu anche il metaforico crogiuolo che vide finalmente nascere il concetto di emancipazione femminile che avrebbe costituito il presupposto per l’inserimento della donna nella
società e l’ampliamento dei suoi diritti civili, politici e sociali, problemi con i quali siamo ancora alle prese.
Oggi questi problemi non sono assolutamente superati perchè resistono ancora gli atteggiamenti che vorrebbero la donna relegata alle funzioni di cura e di madre, e ritorna non a caso l’attacco al corpo delle donne, cercando di mettere in discussione la 194 la legge sull’aborto, nata 50 anni fa grazie alle lotte delle donne.
Basti pensare quanto siamo ancora lontani dalla completa affermazione delle donne nella vita politica e civile . Mentre continuano ogni giorno le notizie della violenza e dei femminicidi nei confronti delle stesse..
Ma debbo e voglio ricordare che noi donne paura non abbiamo, non ci manca la forza di lottare , e voglio citare una per tutte , la nostra Diana Sabbi, combattente partigiana di Pianoro, medaglia d’argento al valore militare, grande presidente dell’Anpi di Pianoro, prima donna eletta nell’Amministrazione comunale di Pianoro.
Voglio ricordare che le scelte delle donne e degli uomini della Resistenza non sono state scelte obbligate o dettate dall’opportunità, ma dall’amore per la propria terra, dalla difesa della propria comunità, perché come ha scritto un partigiano, nome di battaglia l’Italiano. “ si deve vivere per qualcosa, non come anime spente. Perché senza l’amore e la passione non si può combattere.
E anche quello nostro di oggi è un atto d’amore!
Viva la Resistenza
Viva il 25 Aprile.
ORA E SEMPRE RESISTENZA
Benvenuti a tutte, a tutti e buon 25 Aprile.
Ormai è chiaro che in Italia sia in atto un’involuzione culturale e civile, un oblio delle coscienze senza precedenti, dal dopoguerra ad oggi.
C’è quindi bisogno di una grande mobilitazione per contrastare le posizioni sempre più reazionarie del governo della peggior destra.
Perché il governo in carica non ha né il coraggio nè l’intenzione di riconoscere che la nostra Repubblica, la nostra democrazia, la loro stessa possibilità di governarci, è il frutto delle lotte Partigiane, del sacrificio
della gente comune e semplice, che ha dato persino la vita per consentire a tutti noi e anche a loro, di vivere in un paese libero e antifascista.
Il governo Meloni ripete le solite vergognose menzogne seriali, le solite provocazioni, che non sono parole sfuggite per caso, ma situazioni preparate e costruite ad arte, come le recenti censure, come le leggi
reazionarie e oscurantiste : ogni giorno alzano l’asticella della sfida.
Ma nessuna rabbia per quei pagliacci privi di senso del ridicolo che tentano di riscrivere la storia, incuranti del sacrificio dei martiri del nazifascismo, ma solo enorme disgusto, per chi con l’arroganza e l’insulto
tenta di nascondere la propria incapacità di governo e la propria pochezza umana, intellettuale e politica.
In tutta Italia, la lotta Partigiana operò per liberare il Paese dalla barbarie nazifascista, da una dittatura che aveva cancellato le libertà democratiche e aveva trascinato l’Italia nella miseria e nella tragedia della seconda guerra mondiale e nella vergogna delle leggi razziali.
La violenza nazista e fascista ha causato ventitré anni di annichilimento della volontà personale e delle libertà individuali e collettive.
Ventitré anni di olio di ricino, di bastonate, di eccidi di guerre disastrose e di leggi disumane.
È quindi semplice ed inequivocabile : non potrà mai esserci nessuna pacificazione con chi punta alla parificazione tra vittime e carnefici e getta benzina nel dibattito pubblico, per tenere accesa quella fiamma che rappresenta la nemesi di una dittatura criminale.
E’ in atto un grande progetto di pericolosissimo revisionismo storico e lo dobbiamo fermare, nonostante tutto.
Ormai i fascisti non si nascondono, non ne hanno più bisogno.
Vogliono cancellare e riscrivere la Costituzione, vogliono attuare il Premierato e nel contempo l’Autonomia differenziata delle regioni.
Contraddizioni monumentali, errori pericolosi, scambi pelosi : la rovina per l’Italia.
È il momento di contrapporre a tutto ciò una nuova narrazione della Resistenza, non più soltanto come prezioso capitolo di una storia eroica, oramai lontana, ma come codice d’interpretazione attuale della
Costituzione e trattarla come scrigno di valori, come vivo strumento della politica, nel tempo in cui viviamo.
Quando parliamo di libertà, eguaglianza, democrazia, lavoro, pace, solidarietà, non sgraniamo uno stanco rosario di parole decotte, ma rappresentiamo esattamente i nodi cruciali e modernissimi dell’Italia
Costituzionale, su cui qui ed ora dobbiamo misurarci, dai migranti ai diritti umani, dalla condizione dei lavoratori alla tassazione iniqua se non progressiva, dalla libertà di riunione e di manifestazione, al rilancio della pienezza della democrazia e al drammatico tema della guerra.
Quelle parole disegnano un progetto di società di “liberi ed eguali”.
Per questo non potrà mai piacere ai “fratelli e sorelle d’Italia”, un partito che per esistere, nell’incredibile silenzio degli altri partiti, si è appropriato dell’Inno nazionale, proprietà di tutti gli italiani.
Nella Costituzione Antifascista Italiana la parola Italia è scritta solo due volte : “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” e “l’Italia ripudia la guerra”.
Ripetere all’infinito Italia, Patria, Nazione è arma di distrazione di massa e non voler riconoscere l’Antifascismo, addirittura la parola stessa, vuol dire picconare la Costituzione e con essa la democrazia, assieme alle conquiste dei lavoratori e alla Libertà.
Questa Italia offesa e vilipesa, l’Italia che è unita e che unisce, l’Italia della Resistenza di 80 anni fa, dell’impegno civile e sociale di oggi, della libera possibilità di futuro, è esattamente il contrario del Paese della divisione e del rancore, come ci rappresentano, con le proprie parole, il Presidente del Consiglio e quello del Senato.
Questo governo, che nel suo corpo ha elementi di estrema destra e a capo ha fascisti dichiarati, non pronuncerà mai le principali parole da pronunciare in questo giorno di festa : Antifascismo, Resistenza, Lotta di Liberazione.
Perché per loro non è passato il tempo e per 79 anni hanno atteso, di generazione in generazione, la rivincita e la vendetta.
Loro non cambieranno mai.
Per questo siamo in piena emergenza , per questo la lotta deve continuare, perché i Partigiani ormai scomparsi ci hanno lasciato la propria preziosa eredità e noi dobbiamo difenderla.
Ora e sempre Resistenza.
W la Costituzione.
W il 25 Aprile.
Mattinata dedicata alla deposizione delle corone di alloro presso i Monumenti ai Caduti delle frazioni del Comune alla presenza delle Autorità:
Ore 8.30 | Livergnano - Monumento al Soldato
Ore 8.45 | Livergnano - Cippo in piazza
Ore 9.00 | Querceto
Ore 9.30 | Pianoro Vecchio - Monumento a Salvo D'Acquisto
Ore 10.00 | Pian di Macina
Ore 10.30 | Rastignano
Ore 10.30 | Botteghino
Ore 11.30 | Pianoro, Piazza dei Martiri, Monumento ai Caduti
Ore 12.00 | Pianoro, Parco della Pace, Monumento alle Vittime della guerra e della Resistenza.
Piazza dei Martiri a Pianoro Nuovo:
dalle ore 11.00 | Concerto Resistente con le esibizioni del Coro Blue Skies diretto dal M° Luigino Vignolo e dell'Orchestra Impullitti diretta dal M° Michelangelo Pellegrino.
Parco della Pace a Pianoro:
ore 12.30 | esibizione del Coro Canta che ti passa del Centro socio-ricreativo E. Giusti.
Ore 13.00 | Maccheroni resistenti per tutti, a cura del Centro socio-ricreativo E. Giusti di Pianoro, con il contributo di Coop Alleanza 3.0.
Venerdì 19 aprile 2024
Museo Arti e Mestieri
Via del Gualando, 2
Pianoro.
Ore 20,45.
Presentazione del libro: Stella Rossa di Claudio Bolognini
Presentazione dell’opuscolo: Partigiani pianoresi nella Stella Rossa dell’ANPI Pianoro a cura di Paolo Corazza
Proiezioni dell’interviste a Adriano Lipparini e Vitaliano Sarti
Interventi di alcuni attori della compagnia teatrale Il Piccolissimo di Rastignano
Discendenti dei partigiani racconteranno memorie
Interverrà la Sindaca Franca Filippini
Modera la serata Gabriele Minghetti.
SABATO, 20 aprile 2024
alle ore 10.00,
Parco Marco Biagi (piazzale antistante alla Scuola elementare Diana Sabbi)
Una passeggiata, guidata dagli alunni di due classi della Scuola media Vincenzo Neri di Pianoro, fra gli interventi artistici di “Segni di Resistenza” e di “Cuore di pietra” nel parco Marco Biagi.
“Perché si sappia” è la frase che appare sul frontespizio del diario inedito di Luciano Bergonzini, partigiano che ha preso parte a numerose azioni della Resistenza in regione.
È la frase riportata su uno dei cartelli stradali presenti nel Parco, realizzato da Matteo Alessandro D’Antona, giovane artista dell’Accademia di Belle Arti di Bologna per la manifestazione Segni di Resistenza, in tutta l’area bolognese, del 2018/2019.
Durante la passeggiata, che si concluderà al Museo di Arte e Mestieri con l’incontro con Mauria Bergonzini, figlia di Luciano, i ragazzi accompagneranno il pubblico con la lettura di alcuni brani del Diario.
Con le classi 2^B della prof.ssa Ivana Baldi e 3^C della prof.ssa Loretta Monti parteciperanno anche Mili Romano (Associazione Cuore di pietra) e Atos Benaglia e Paolo Corazza (ANPI Pianoro).
L’evento, patrocinato dal Comune di Pianoro, è il risultato di una collaborazione fra il progetto Cuore di pietra public art, ANPI Pianoro e la Scuola Media Vincenzo Neri.
Care ragazze e cari ragazzi,
sono il Segretario dell’A.n.p.i. di Pianoro, l‘Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
Sono qui con voi per provare a raccontarvi, con semplici parole, cosa è l’A.n.p.i. ,
perché è importante che sia stata e che continui ad esserci in futuro .
Avrete sicuramente sentito parlare di Resistenza e Liberazione, a scuola o in famiglia.
Resistenza è stata una specie di grande e pericolosa avventura, di persone che si sono unite per combattere un esercito crudele, soldati spietati al servizio di forze feroci che volevano controllare tutto, anche le loro vite.
Ora immaginate un gruppo di amici che si uniscono per proteggere la loro casa e la loro famiglia e per questo sono disposti a combattere e a Resistere.
La Resistenza ha combattuto per la libertà di tutti, per la giustizia e la democrazia per tutti, dimostrando che anche le persone più pacifiche, quando si uniscono per una causa importante, possono riuscire a fare grandi cose .
L’A.n.p.i. è l’associazione che rappresenta gli uomini e le donne che, dal 1943 al 1945, 80 anni fa, gli anni in cui tutto il mondo era devastato dalla seconda guerra mondiale, hanno combattuto da Partigiani, con le armi e con il cuore, per liberare l’Italia dalla violenza di criminali che si chiamavano SS, nazisti, fascisti, che avevano ridotto il Popolo Italiano in disgrazia e sofferenza, in schiavitù e in miseria .
I Partigiani hanno fatto la Resistenza e la Lotta di Liberazione per spazzare via dall’Italia quell’esercito di soldati che uccidevano chiunque non ubbidisse e chinasse la testa al loro volere, fossero uomini, donne, ragazzi, bambini .
Ovviamente io non sono un Partigiano : anche se ho i capelli bianchi, non sono ancora abbastanza vecchio per avere almeno 99 o 100 anni .
Ma Partigiano lo è stato mio padre e aveva proprio 18-19 anni in quel tempo.
Oggi, poiché il tempo passa inesorabile per tutti, quasi tutti i Partigiani non ci sono più e allora tocca a noi, i loro figli, le loro figlie, raccontarvi qualcosa di loro .
I Partigiani erano quasi tutti giovani, erano ragazzi e ragazze semplici e normali, come tutti gli altri, ma nel loro cuore c’era il grande desiderio di vivere liberi.
E c’era tanto coraggio.
C’erano Partigiani e Partigiane di 40anni, 30anni, di 20anni e qualcuno di 16-17 anni.
Qualcuno era appena più grande di voi.
Davano una mano ai grandi, facevano le vedette e le staffette .
Certo oggi a voi sembrerà incredibile che degli uomini, dei giovani, dei ragazzi, possano aver scelto di combattere contro un nemico così forte e spietato, eppure è successo davvero e la ragione fu soprattutto la mancanza della Libertà, che la dittatura fascista non permetteva.
Libertà di crescere sereni, libertà di studiare, di lavorare, di amare e di sperare in un mondo migliore.
I Partigiani dal 1943 al 1945 combatterono gli invasori nazisti e i fascisti nelle montagne, nelle campagne, nelle città.
Soffrirono il freddo, patirono la fame, furono feriti e in tanti non sopravvissero.
Sacrificarono le loro vite perché tornasse la Libertà, perché tornasse la Pace, perché rinascesse la speranza nella vita .
Grazie ai loro sacrifici l’Italia risorse : il nostro Paese divenne una grande Democrazia, una Repubblica con un grande libro di leggi giuste che si chiama Costituzione e i vostri genitori poterono nascere liberi e crescere sereni, studiare, amare, sposarsi e quindi avere voi, i loro figli.
E allora ecco a cosa serve L’A.n.p.i. , l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia : serve a ricordare i loro sacrifici, serve a raccontare le storie delle loro vite, serve a non dimenticare, a non far scendere l’oblio sulla loro Memoria .
L’A.n.p.i. ci sarà sempre, anche dopo la scomparsa dell’ultimo Partigiano centenario : vivranno in noi e in voi.
Saremo noi e voi, assieme, a difendere i loro Ideali di Pace e di Giustizia e la loro più grande conquista, di cui ci hanno fatto dono : la Libertà.
La compagnia teatrale Il Piccolissimo di Rastignano in collaborazione con l’ANPI di Pianoro
presentano
Domenica 14 aprile 2024
PASSEGGIATA NELLA MEMORIA - Seconda Edizione
Spettacolo teatrale itinerante per le vie di Pianoro
Accompagnato dalle musiche del M° Massimo Amadori.
La passeggiata è dedicata all’antifascismo a partire dagli anni 20 fino alla Liberazione.
Lungo il percorso si incontreranno personaggi che racconteranno la loro storia.
Ritrovo alle ore 10,30 davanti alla Biblioteca Silvio Mucini.
Arrivo in Piazza dei Martiri.
In caso di maltempo lo spettacolo verrà spostato in data da destinarsi.
Venerdì 12 Aprile 2024
alle 20,30
presso la saletta dell'Arcipelago
via della Resistenza 201
Pianoro
“Contro la riforma dell’autonomia differenziata, che fa a pezzi l’Italia e contro il premierato, che scardina l’equilibrio dei poteri, umilia le figure di garanzia come il Presidente della Repubblica e colpisce la sovranità popolare, col rischio di un governo autoritario.”
Questa è la prima iniziativa sul territorio della valle del Savena sulle riforme riguardanti il Premierato e l’Autonomia Differenziata.
Pro e contro
Comincio dicendo che se volessimo sminuire, ma assolutamente non vogliamo, potremmo dire che tutto si riduce a prese di posizione di carattere economico.
Chi è a favore dell’autonomia differenziata, sostiene che trattenere la gran parte del gettito fiscale, si traduca automaticamente in una maggiore efficienza nella fornitura di servizi per i propri cittadini.
Quante volte abbiamo sentito raccontare la storia che dove sia più stretto sia il rapporto tra chi spende e i beneficiari, più la spesa sarà efficace e ci saranno meno sprechi.
Sarebbe quindi e soprattutto una questione di conoscenza del territorio e di controllo che i cittadini possono esercitare sulla politica.
Inoltre sarebbe l’unico modo per superare il “criterio della spesa storica” e passare a quello “della spesa standard”.
Finora lo Stato pagava i servizi forniti agli enti locali in base a quanto era stato speso negli anni precedenti, così chi spendeva di più, riusciva a riavere di più.
Tuttavia, prima di poter superare la spesa storica, andrebbe stabilita la spesa per i Lep che sono i “livelli essenziali delle prestazioni” e dei servizi che dovrebbero essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale.
Questo perché riguardano diritti civili e sociali da tutelare per tutti i cittadini.
La definizione dei Lep in alcuni casi è implicita in norme già vigenti.
Per fare un esempio, la presenza dell’anagrafe in ciascuno dei quasi 8.000 comuni italiani è assimilabile un livello essenziale delle prestazioni.
Si tratta infatti di un servizio connesso con diritti e servizi fondamentali per la cittadinanza e quindi non sarebbe accettabile se in alcuni territori non venisse erogato.
Ma esistono soltanto una serie di ambiti in cui la legge dello Stato, nel corso dei decenni, ha già affidato o delegato agli enti territoriali determinati compiti, di cui questi sono tenuti a garantirne il servizio.
In una serie di altri settori invece non sono ancora stati individuati i livelli del servizio da garantire e sono i servizi erogati in modo disomogeneo sul territorio nazionale (come quelli Sociali e socio-educativi).
Ma la Costituzione affida allo Stato, come competenza esclusiva, il compito di definire i Lep e lo Stato ha legislazione esclusiva a cominciare dalla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i servizi Civili e Sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.
- Costituzione italiana, art. 117 c. 2
Quindi i Lep, pur previsti dalla Costituzione, sono dunque in gran parte disattesi.
Nei vent’anni trascorsi dall’approvazione del “titolo quinto” della riforma Costituzionale che ha introdotto l’attuale parziale autonomia, i Diritti dei Cittadini non sono stati garantiti.
Sono ancora molti i settori in cui i Lep devono essere definiti, dai servizi sociali al trasporto locale.
Ciò rappresenta una questione istituzionale di primaria importanza, perché significa che il dettato Costituzionale resta inattuato su punti dirimenti.
Il motivo principale è che, dalla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, consegue necessariamente un aggravio di spesa per le casse dello Stato.
I contrari invece, sostengono come l’autonomia differenziata comporti necessariamente una sottrazione di ingenti risorse alla collettività nazionale e la disarticolazione di servizi e infrastrutture logistiche (come i trasporti, la distribuzione dell’energia, la sanità o l’istruzione), che per il loro ruolo nel funzionamento del “sistema paese”, dovrebbero avere necessariamente una struttura unitaria e a dimensione nazionale.
Le Tasse
I favorevoli sostengono, dai primi anni della Lega ad oggi, che sia giusto tratteneresul territorio le tasse dei residenti, al fine di usarle per migliorare i propri servizi.
Ovviamente i contrari, oltre a denunciare la fine di una reale solidarietà nazionale, e la recrudescenza dell’egoismo territoriale, evidenziano che non sarebbe corretto dare alle regioni le tasse di chi risiede in un luogo, ma che matura reddito in altre regioni.
Inoltre, come già sottolineato, non ci sono certezze o studi che possano dire con sicurezza che la frammentazione delle competenze possa migliorare l’efficienza dei servizi.
Quando invece porterebbe a gravi problemi, come evidenziato nel caso della gestione della pandemia da Coronavirus in Lombardia.
La Sanità
Soprassedendo sulle vere e proprie emergenze, ormai ataviche, delle prenotazioni di visite ed interventi, tema che merita un intervento mirato.
Sottolineando che appaltare gran parte dei servizi a privati è stato e continua ad essere un tradimento e una vergogna.
Segnalerei però che della regione amministrata da Attilio Fontana, è impossibile dimenticare la disastrosa gestione dell’emergenza a livello regionale autonomo, quando la Lombardia non è nemmeno riuscita a implementare un sistema efficace per la prenotazione dei vaccini.
Problema venne risolto solo grazie all’uso del Sistema Nazionale di Poste Italiane.
I contrari infatti sottolineano come già i trasporti gestiti dagli enti locali siano quelli più al centro delle critiche dei cittadini per l’inefficienza.
Inoltre, l’autonomia creerebbe problemi a quei centri urbani che si trovano in una regione, ma ruotano attorno a città situate in altre regioni.
Come nei casi di Verona, che ha più legami con la regione di Milano, o di Terni e Grosseto, che sono più legate a quella di Roma.
Il Lavoro
Sul sistema di formazione e collocamento nel mondo del lavoro, come denunciano i tanti critici, molte competenze sono già state lasciate alle regioni, ma questo non ha portato vantaggi o benefici, anzi, il sistema di collocamento sarebbe oggi ancora e particolarmente carente.
L’Istruzione
Luca Bianchi, Direttore del centro di ricerca Svimez sul divario regionale, ha severamente criticato il disegno di legge di Calderoli, sostenendo come l’autonomia colpirebbe gravemente il sistema scolastico, con “un rovinoso processo separatista”, un reale sgretolamento della Nazione.
La critica è sostenuta da ragguardevoli pareri di costituzionalisti secondo cui “non sarebbe possibile lasciare l’attuazione del compito Costituzionale della scuola alle diverse disponibilità e scelte locali”, perché già ora “esiste una differenziazione ingiusta delle risorse educative pubbliche offerte sul territorio nazionale, non solo tra regioni, ma anche all’interno delle stesse e delle città”.
Differenze che “si sovrappongono alle diseguaglianze sociali, invece di compensarle”.
Su questo punto non si spiegherebbe quindi il voto a favore dei sedicenti patrioti di FdI, se non con lo squallido scambio con il Premierato.
Un baratto velenoso da cui probabilmente pensano di potersi smarcare in seguito.
In caso contrario, con l’applicazione dell’ennesima disastrosa riforma di Calderoli, diverrebbe un Paese in cui si avrebbero “programmi diversi a livello regionale, sistemi di reclutamento territoriale e funzionamenti differenziati”.
Una evidente Babele che può apprezzare soltanto chi questo Paese, questa Nazione, da oltre quarant’anni vuol veder scomparire.
Per gli approfondimenti lascio la parola ai nostri gentili ospiti, Antonio Madera e Sergio Caserta, militanti preparati, che si sono messi generosamente a disposizione in questa nuova battaglia a difesa della Costituzione e della Democrazia.
Giovedì 25 gennaio 2024
ore 21
presso Pianoro Factory
via dello Sport, 2/3
sarà proiettato il film
Jo Jo Rabbit.
Interverrà la Sindaca Franca Filippini
Presentazione del film a cura di Fabrizio Simoncini